Il pimento (nome botanico: Pimenta dioica ) è una spezia ricavata da un albero sempreverde originario delle Indie Occidentali e Centrali e dell’America del Sud ed appartiene alla famiglia delle mirtacee (di cui fa parte il mirto mediterraneo).
Anticamente gli Aztechi lo usavano per aromatizzare ed aggiungere un tocco piccante al cioccolato e ancora oggi il pimento è presente nella cucina tradizionale messicana. Attualmente, viene coltivato in molti paesi dal clima tropicale, soprattutto Guatemala, Honduras, Messico appunto, ma è in Giamaica che cresce in tale abbondanza da coprire quasi per intero il fabbisogno mondiale. Viene infatti chiamato anche “pepe giamaicano” o “pepe garofanato”.
Il nome pimento deriva dallo spagnolo ‘pimiento’ (pepe), che venne assegnato alla bacca quando sbarcò in Europa dall’America; in seguito si aggiunse “di Giamaica”, per distinguere questa nuova varietà. Si racconta che nel XVIII secolo fosse addirittura usato come deodorante dai soldati russi, che ne mettevano alcune bacche nei loro stivali.
L’albero, che può raggiungere i 9 metri d’altezza, ha bacche purpuree, che vengono raccolte ancora verdi (3-4 mesi dopo la fioritura) e successivamente fatte seccare al sole; esse divengono marrone scuro e sembrano a grossi grani di pepe marrone: è questo il pimento conosciuto comunemente in cucina.
Chi acquista questa spezia in polvere potrebbe essere portato a pensare che si tratti di un miscuglio di spezie diverse, ma non è così anche se il suo sapore assomiglia ad un intreccio tra chiodo di garofano, cannella, zenzero e noce moscata.
Il pimento è un condimento assai utile e andrebbe reperito sempre intero e mai già polverizzato; va conservato in luogo fresco ed asciutto, in assenza di luce.
Ha svariati usi in campo gastronomico: in polvere viene aggiunto sovente ai dolci e, intero o spezzettato grossolanamente, viene adoperato nella preparazione dei sottaceti; inoltre viene usato per insaporire gli insaccati, la carne affumicata, la selvaggina, ma anche il pane e alcuni prodotti da forno. Può essere utilizzato altresì per conservare il pesce, la carne di maiale e di manzo, gli ortaggi ed altri cibi in conserva.
Nei paesi orientali, benché non sia uno degli ingredienti tradizionali, può essere usato anche nel curry e nel pilaf. Oltre a contenere preziosi sali minerali e vitamine (A, B, C, D ed E), esso possiede molteplici proprietà benefiche per l’organismo: digestive (come il cardamomo in bacche), antidepressive, analgesiche e antisettiche, grazie all’eugenolo, un agente antimicrobico presente nell’olio essenziale estratto dai frutti; oltre a ciò, svolge un’efficace azione benefica su coliche addominali e gonfiori, dolori di stomaco e persino mal di denti.
Si consiglia l’assunzione di un’infusione di pimento per contrastare le infezioni respiratorie.