L’aneto (nome botanico: Anethum Graveolens) è un’erba annua, facile a coltivarsi per seme in primavera e prospera praticamente in qualsiasi tipo di terreno; è importante sia per l’utilizzo dei semi, che delle foglie. Secondo alcuni esso è originario dell’Europa meridionale, secondo altri dell’Asia occidentale, ma ad ogni modo lo si usa diffusamente da molto tempo in Europa; storicamente è accertato che venisse adoperato dagli antichi greci e dai romani e si diffuse ampiamente nell’Europa centrale in epoca medievale e forse anche prima.
Molto coltivata in tutta Italia per le sue proprietà aromatiche, si può trovare allo stato spontaneo in terreni incolti ed asciutti di pianura e di collina. Si tratta di una pianta tipica appartenente alla famiglia del prezzemolo (ombrellifere), con fiori gialli raccolti in ombrelle (che compaiono dalla primavera all’estate) e foglie pennate a ventaglio.
Assomiglia molto al finocchio, ma è più piccolo, visto che non raggiunge il metro d’altezza; per questo motivo è anche conosciuto come “finocchio bastardo”.
Anche per ciò che riguarda l’aroma delle sue foglie è assai differente dal finocchio (in quanto è più pungente) e si avvicina vagamente al prezzemolo. In alcuni mercati europei si trova come erba verde, ma di norma se si desidera l’aneto fresco, è consigliabile coltivarselo da soli; è possibile essiccarlo, ma in questo modo perde il meglio del suo aroma, ma si può surgelare con buon esito.
L’aroma del seme invece è molto diverso da quello della foglia verde, è amarognolo ed è molto simile a quello del carvi: ciò è dovuto al fatto che contiene il medesimo olio essenziale, il carvone.
La modalità più nota per utilizzare l’aneto in cucina è senza dubbio quello di aggiungerlo ai cetrioli sottaceto.
In America del nord, questi cetrioli si chiamano proprio “sottaceti d’aneto”. In alcune zone dell’Europa settentrionale, invece, questa spezia viene sovente usata per le salse da pesce e come alternativa alla salsa di finocchio.
Il seme si adopera come condimento come si fa con il carvi, ma viene soprattutto usato come fonte per produrre l’olio d’aneto, assieme alle foglie. I semi vengono impiegati altresì per le loro notevoli proprietà medicinali e per il loro contenuto di anetolo (olio essenziale), molto impiegato in campo farmaceutico.
Sparsi sopra il cibo aiutano a combattere l’aerofagia e ad agevolare la digestione; la tisana di semi stimola la secrezione lattea, calma il vomito (10 grammi in una tazza d’acqua) e il singhiozzo ed è utile nel trattamento delle coliche dei bambini piccoli (se ne può fare uno sciroppo).
Contro le infiammazioni della gola, si consiglia l’infuso di semi (nella quantità di circa 5 grammi per un litro d’acqua) da utilizzare attraverso gargarismi più volte al giorno, mentre la tisana di radice è ottima per contrastare tossi e raffreddori.